
Evangelisti dedica un saggio “riabilitatorio” a Luigi Motta (Apologia della sottoletteratura [1998], p. 67-72), che oltre a un numero incredibile di romanzi “in proprio” firmò anche «numerose “collaborazioni postume” alquanto dubbie, con Emilio Salgari» (p. 67). Evangelisti celebra Motta - convinto antifascista che mai volle piegarsi al regime e che per questo pagò un duro pegno - in quanto esempio di come le scelte narrative non possano essere disgiunte da quelle politiche e quindi di come spesso sia la paraletteratura (o addirittura la sottoletteratura del titolo del saggio) il «veicolo naturale di tematiche antagoniste» (p. 72).
In queste immagini e in quelle successive vediamo il frontespizio e alcune illustrazioni (realizzate dal pittore Fabio Fabbi) di una delle tante “collaborazioni dubbie” fra Motta e Salgari.
Luigi Motta, Emilio Salgari, Lo scettro di Sandokan, Milano, Sonzogno, 1928.